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su Babbo Natale

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Dopo il post della mia amica Sandra di qualche giorno fa mi sono trovata a riflettere sull’importanza della figura di Babbo Natale e su quanti bambini conosco, al giorno d’oggi, che ancora piccolissimi,già sono stati informati della supposta non-esistenza del mitico personaggio, a favore di verità commerciali,prive di ogni poesia.
Nel 1897 (citazione di Tiziano Terzani) una bambina scrisse al New York Sun dicendo che i suoi amici le avevano rivelato che Babbo Natale era un’ invenzione. Voleva che il giornale le dicesse la verità. E il Sun-nella migliore tradizione del giornalismo anglosassone-le rispose: “Cara Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono vittime dello scetticismo dei nostri scettici tempi. Credono solo alle cose che vedono. Eppure , Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste allo stesso modo in cui esistono l’amore, la generosità,la devozione. E tu sai che queste cose esistono,abbondano, e sono le cose che danno alla tua vita la sua bellezza e la sua gioia. Perchè le cose più reali sono quelle che ne i bambini ne i grandi riescono a vedere”.
Le cose che non vediamo, ma in cui crediamo, sono quelle che rendono magica ed intensa la nostra vita di bambini. Io,dei miei natali di bimba, ricordo tutto:odori,colori e sensazioni. Il giorno in cui si faceva l’albero, il presepe che costruivano i miei genitori, l’attesa nella notte di vigilia,con il cuore in gola che batteva fortissimo.
Con i miei figli ho sempre cercato di mantenere vivo quel fuoco, quella dolcezza, quel calore magico. Le mie due più grandi per anni hanno atteso con fiducia incondizionata l’arrivo del vecchio signore con barba bianca:preparavamo per lui il piatto di biscotti e il latte al cioccolato, e poi loro stavano con l’orecchio teso per sentire i “campanelli delle renne”.
Mia figlia Giulia ha creduto fino a 12 anni, e lo stesso Sara:adesso collaborano con me per mantenere la magia con i fratellini più piccoli.
Nel libro di Tolkien “Le lettere di Babbo Natale”, c’è la raccolta di lettere che lo scrittore faceva trovare ai suoi quattro figli sotto l’albero, a nome appunto di Babbo Natale. Fino al momento dei saluti, in cui scriveva:”Temo che,quest’anno,dovrò dirvi praticamente addio. Questo non significa però che vi dimenticherò. Noi tutti rammentiamo i nomi dei nostri vecchi amici e ne conserviamo le lettere,nella speranza di tornare quando saranno diventati adulti e avranno una loro casa e dei bambini”.
Anche io ho salutato le mie figlie “a nome di babbo natale”:perchè so che un domani lo ritroveranno, come io l’ho “ritrovato”ogni natale della mia vita di mamma, aspettando con i miei bambini il suono delle campanelle.


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